Frazione di Pietransieri

È un paese sorto nell’Alto Medioevo e dalla toponomastica rivela origine longobarda “Petra Anseri” (da Ansharius o Anseri).

Pietransieri

È un paese sorto nell’Alto Medioevo e dalla toponomastica rivela origine longobarda “Petra Anseri” (da Ansharius o Anseri).
Sull’origine dei paesi della Regione degli Altopiani chiamati anche Altopiani Maggiori d’Abruzzo, si hanno prime notizie tra la metà del secolo XII e più esattamente nei seguenti anni:

– Rocca Rasini (attuale Roccaraso) fine sec. XI
– Petra Anseri (attuale Pietransieri) 1150

Quindi Pietransieri e Roccaraso erano paesi distinti con singole origini e storie, solo nel 1811 con un editto di Gioacchino Murat (che istituiva il Comune di Ateleta raggruppando i coloni di Pescocostanzo che vivevano sul territorio ex Feudi di Roccapizzi, Carceri ed Asinella) a Pietransieri fu tolta l’autonomia e aggregata al Comune di Roccaraso. Quindi la breve conoscenza storica è fissata in pochissime date:

– 975, Anseri che fu il fondatore di una dinastia laica nella valle, legò il suo nome a quello della roccaforte di Petra, prima quasi disabitata.
– La Signoria si tramandò fino ai primi decenni dell’XI secolo, quando furono spodestati dai Borrelli.
– Si arriva poi al 1602 quando la famiglia dei Grilli ne assume la baronia.

La frazione di Pietransieri è oggi tristemente nota per l’eccidio di Limmari; 128 furono i civili uccisi per rappresaglia dai tedeschi nell’ultima guerra, per gran parte vecchi, donne e bambini, che riposano oggi nel loro Sacrario.

Il 15 luglio 1967 lo Stato Italiano, con una cerimonia semplice e suggestiva nella figura dell’allora Capo dello Stato, Giuseppe Saragat, rendeva ufficialmente omaggio al quel luogo di martirio, appuntando sul gonfalone del Comune la Medaglia d’oro al valor militare.

Dal 1945 a Pietransieri si è consolidata la consuetudine di celebrare l’anniversario della strage con una processione notturna che la sera del 20 novembre parte dai Limmari e giunge fino in paese. I sopravvissuti alla strage, i parenti delle vittime ripercorrono il tragitto che fecero i poveri resti dei martiri.
L’Eccidio dei Limmari fu una strage commessa dai nazisti durante il periodo di occupazione in Italia, avvenuta il 21 novembre 1943 a Pietransieri, oggi frazione del comune di Roccaraso in provincia de L’Aquila.

In località bosco di Limmari i soldati tedeschi trucidarono 128 persone, di cui 60 donne, senza motivazioni documenentate, ma per il semplice sospetto che la popolazione civile sostenesse i partigiani.
La zona in cui avvenne il massacro rappresentava uno dei capisaldi della linea difensiva Gustav su cui le forze armate tedesche si attestarono dopo lo sbarco alleato a Salerno.

In quel periodo Hitler ordinò alle forze tedesche di stanza in Italia centrale di mantenere le proprie posizioni fino alla primavera del 1946, facendo terra bruciata attorno alle formazioni partigiane operanti ed il maresciallo Albert Kesselring fece affiggere un manifesto nelle località di Rivisondoli, Pescocostanzo, Roccaraso e Pietransieri che fu probabilmente ignorato dalla popolazione.

La rappresaglia dei tedeschi, comandati dal tenente Schulemburg, si accanì in un primo momento contro il bestiame razziato, mitragliato e abbandonato nei boschi circostanti e in un secondo contro gli abitanti inermi che furono prelevati e condotti al bosco di Limmari per essere trucidati.

Le vittime furono 128: tra essi 34 bambini al di sotto dei 10 anni e un bimbo di un mese. I corpi restarono a lungo abbandonati nella boscaglia, sepolti dalla neve sino alla primavera del 1944.

Sul luogo della strage fu edificato un piccolo tempio le cui le pareti sono coperte di targhette di pietra che recano il nome e l’età di tutti i caduti. Per ricordare i martiri, si svolge nel paese il 20 novembre la fiaccolata del Ricordo che, sin dal 1945, ripercorre in maniera simbolica il percorso effettuato dalle sfortunate vittime, con una processione notturna che parte dalla località Limmari per giungere in paese.

Sul gonfalone del Comune di Roccaraso è stata appuntata la Medaglia d’Oro al Valor Militare il 15 luglio 1967 dall’allora capo dello stato Giuseppe Saragat, in memoria della terribile strage.

 

Bibliografia

Renato Caniglia, Il mostro di Limmari: l’eccidio di Pietransieri, Japadre, L’Aquila, 1972

Ines Casanova, Quando la liberta muore : Pietransieri, N. Milano, Milano, 1975

Italino Oddis, Quel novembre del ’43 a Pietransieri : l’eccidio di Limmari, Grafica Peligna, Sulmona, 1988

Paolo Paoletti, L’ eccidio di Pietransieri : un crimine doppiamente efferato: perche compiuto contro innocenti che si sapevano tali, (a cura dell’Amministrazione), Roccaraso, 1996

Lando Sciuba, La passione secondo Pietransieri. 12-21 Novembre 1943, Edizione Libreria Colacchi, L’Aquila, 1997

 

Ultimo aggiornamento

20 Marzo 2021, 01:39